Dal 1987 e per diciassette anni Bruno Monguzzi segue la comunicazione del Museo Cantonale d’Arte di Lugano. Il celebre sistema di trittici da affissione utilizzato per la comunicazione del museo, da lui ideato, prevede un largo utilizzo di caratteri bodoniani. Lo stesso marchio del museo ne fa uso, essendo costituito dalla contrapposizione di una A neoclassica e di una M razionalista, a rappresentare  l’ottocento ed il ventesimo secolo.

In riferimento al manifesto per “Itinerari sublimi: viaggi d’artisti tra il 1750 ed il 1850” Monguzzi afferma: «[…] ho usato la superficie come un territorio dislocando le cinque sillabe “I-ti-ne-ra-ri” lungo un viaggio immaginario. Si tratta di una ovvia trascrizione visiva del titolo: si fa viaggiare lo sguardo. Il “ne”, collocato in testa al manifesto, è stato strappato per svelare un secondo “ne” composto in Fraktur in opposizione ai tre bodoniani che ho usato sotto. Si introduce così una seconda lettura che allude al passaggio tra le culture, la tedesca al nord, la latina al sud. Lo strappo come metafora della barriera creata dalle Alpi.»